La sostenibilità è la caratteristica di un processo o di uno stato che può essere mantenuto ad un certo livello indefinitamente. In ambito ambientale, economico e sociale, essa è il processo di cambiamento nel quale lo sfruttamento delle risorse, il piano degli investimenti, l'orientamento dello sviluppo tecnologico e le modifiche istituzionali sono tutti in sintonia e valorizzano il potenziale attuale e futuro al fine di far fronte ai bisogni e alle aspirazioni dell'uomo.[1]
Il principio guida della sostenibilità è lo sviluppo sostenibile, che riguarda, in modo interconnesso, l'ambito ambientale, quello economico e quello sociale. I settori culturale, tecnologico e politico sono, invece, considerati come sotto-settori dello sviluppo sostenibile.[2][3] Per sviluppo sostenibile si intende lo sviluppo volto a soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di far fronte ai propri bisogni.[1] Il termine sviluppo sostenibile è stato introdotto per la prima volta dal Rapporto Bundtland della Commissione Mondiale per l'Ambiente e lo Sviluppo (1992).
La sostenibilità può anche essere definita come un processo socio-ecologico caratterizzato dal desiderio di perseguire un ideale comune.[4] Per quanto possa essere difficile raggiungere tale ideale, un atteggiamento perseverante e dinamico fa in modo che il processo dia luogo ad un sistema sostenibile.[4]
Ecosistemi e sistemi ambientali sani sono necessari per la sopravvivenza della specie umana e degli organismi viventi. Alcune modalità per ridurre l'impatto negativo dell'uomo sull'ambiente sono l'ingegneria chimica ecosostenibile, la gestione ambientale delle risorse e la tutela dell'ambiente. Le informazioni vengono raccolte per mezzo dei sistemi di informatica verde, chimica verde, scienze della terra, scienze ambientali e biologia della conservazione. L'economia ecologica si occupa della ricerca accademica sull'economia umana e sugli ecosistemi naturali.[5]
Il percorso verso il raggiungimento della sostenibilità rappresenta anche una sfida sociale che coinvolge il diritto internazionale e nazionale, il sistema urbanistico e dei trasporti, gli stili di vita locali e individuali e il consumo critico. Per vivere in modo più sostenibile si può ricorrere ad alcune strategie, come la riorganizzazione delle condizioni di vita (ad esempio, ecovillaggi, città ecologiche e città sostenibili), la revisione dei settori economici (permacultura, green building, agricoltura sostenibile) o delle prassi lavorative (bioarchitettura), l'utilizzo delle scienze per lo sviluppo di nuove tecnologie (tecnologia verde, energie rinnovabili ed energia da fusione e da fissione attraverso un processo sostenibile), oppure la progettazione di sistemi flessibili e reversibili[6][7] oltre che l'adattamento degli stili di vita individuali volto alla conservazione delle risorse naturali.[8]
Alla luce di fenomeni come il degrado ambientale, il cambiamento climatico, il sovraconsumo, l'aumento demografico e la crescita economica illimitata in un sistema chiuso, la concreta possibilità che le società umane possano, in futuro, raggiungere gli obiettivi della sostenibilità ambientale è stata, e continua a rimanere, incerta, nonostante il termine “sostenibilità” goda di una popolarità sempre maggiore.
L'innovazione è vitale per la competitività europea nell'economia globale. L'UE sta attuando politiche e programmi che supportano lo sviluppo dell'innovazione per aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo e per convertire meglio la ricerca in beni, servizi o processi migliori per il mercato.
Come evidenziato dalla politica industriale dell'UE , l'industria è fondamentale per la competitività dell'UE e l'innovazione è un fattore chiave in questo senso.
L'industria rappresenta l'80% delle esportazioni europee. Circa il 65% degli investimenti in ricerca e sviluppo (R & S) nel settore privato proviene dalla produzione.
Pertanto, la modernizzazione industriale in Europa deve essere di ampio respiro e includere:
Gli studi dimostrano che quelle aziende che danno la priorità all'innovazione sono anche quelle che sperimentano il maggiore aumento del fatturato ( Innobarometer, 2014 ):
Le piccole e medie imprese (PMI) sono un obiettivo particolare per la politica dell'innovazione. Più piccola è l'azienda, più affronta vincoli all'innovazione o alla commercializzazione delle sue innovazioni.
Nuove opportunità di crescita derivano dalla fornitura di nuovi prodotti e servizi da:
Questi devono essere combinati con creatività, talento e talento, o innovazione nel suo senso più ampio.
L'ultima comunicazione politica (giugno 2014) definisce le priorità della Commissione europea per l'innovazione. In questo contesto, Direzione generale per il mercato interno, l'industria, l'imprenditorialità e le PMI:
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